Purtroppo l’informazione dei media tradizionali in Italia è molto carente al riguardo delle numerose novità che negli ultimi anno hanno nettamente cambiato il modo di fare banca in Europa. Ma di certo avrete sentito le notizie di cronaca relative ai “salvataggi” di alcune banche, operazioni che hanno comportato l’azzeramento del capitale di molti risparmiatori, quasi sempre stupiti dell’accaduto.
Vediamo quindi di spiegare in maniera semplice e comprensibile cosa sta accadendo e come evitare rischi con la propria banca. Perdonate se alcuni termini non saranno formalmente corretti, ma vogliamo con questo articolo rendere una informazione immediata ed utile per tutti coloro che hanno un semplice conto corrente!
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“Bail-In”: cos’è e come colpisce i risparmiatori
In sostanza, l’Europa ha giustamente imposto anche all’Italia dei parametri molto rigidi sulla gestione delle banche: queste non devono più, in parole povere, dilapidare denaro, bensì avere bilanci in ordine. Purtroppo la maggior parte dei nostri istituti bancari sono legati ad una concezione vecchia, fatta di tante sedi costose, direttori e vicedirettori, prestiti agli “amici degli amici” e chi più ne ha più ne metta. Il risultato di tutto questo si traduce in bilanci (ormai storicamente) in rosso. Il problema si è aggravato negli ultimi anni a causa del perdurare di bassissimi tassi di interesse e la situazione è nel suo complesso decisamente problematica.
Ma non è questo il punto, molto spesso le banche Italiane hanno attraversato periodi di crisi. Il problema adesso sta nel fatto che sono severamente vietati interventi dello Stato per il salvataggio delle banche. Questi, peraltro, sarebbero anche, di fatto, oggi difficili a causa dell’unione monetaria che non permette più all’Italia la vecchia strategia dello stampare moneta in caso di bisogno, per coprire buchi svalutando la Lira.
Oggi a pagare il salvataggio della banche sono gli stessi correntisti, che si trovano forzatamente nella posizione di condividere il rischio della propria banca, ovvero diventano veri e propri “investitori”. Capirete quindi quanto sia importante scegliere una banca “sana” per depositare i propri risparmi.
“Bail In” è il termine che indica uno degli estremi step di intervento su di una banca, quello che va ad attaccare i risparmi. Il termine significa “salvataggio interno”, dove gli “interni” sono appunto i risparmiatori. In caso di crisi della banca, prima di decretarne il fallimento si va infatti a ricapitalizzarla attingendo da chi ha denari in strumenti interni alla banca stessa, a partire ovviamente dalle azioni, quindi le obbligazioni (da quelle più rischiose via via fino a quelle meno esposte), ed infine anche dai soldi presenti sul conto corrente, man mano che il “serbatoio” precedente si è esaurito. Questa non è un’ipotesi, è legge dal 1 gennaio 2016.
Nota: rimangono comunque garantiti i c/c di piccole e medie imprese, i depositi sopra i 100.000 €, le cassette di sicurezza e ovviamente tutti gli strumenti finanziari esterni alla banca.
Il rischio di perdere i soldi del conto corrente sono quindi oggi molto concreti, specie se consideriamo lo stato di “rosso” in cui versano molte banche Italiane. Queste banche dovranno necessariamente passare, nei prossimi mesi e anni, da accorpamenti, risanamenti, ma anche da procedure di salvataggio e ricapitalizzazione che spesso coinvolgeranno i denari dei risparmiatori.
L’Europa vuole banche sane e a pagare siamo noi, ma solo se scegliamo la banca sbagliata.
Parametri per valutare la solidità di una Banca
Per fortuna esistono alcuni parametri che ci permettono di valutare se una banca sia o meno sicura. Non si tratta di un unico indice di valutazione, bensì di 3 indici da valutare tutti assieme. Vediamoli:
Prezzo/Libro
Deve essere 1 o più.
Il primo parametro è il rapporto tra il prezzo di mercato (quotazione) della banca ed il valore di capitale così come risultante dal bilancio. Una banca per essere “sana” deve avere un valore pari o superiore ad 1, ma fate attenzione, da solo non è un indice sufficiente in quanto spesso nel bilancio vi sono valori “gonfiati”.
Pensate che in Italia vi sono banche con valore prezzo/libro pari a 0,10 e anche meno, quindi con una forbice altissima tra valore di mercato e valore effettivo (più basso).
Texas Ratio
Deve essere meno di 100.
Esprime la solidità patrimoniale sotto forma di una percentuale che indica il rapporto tra le sofferenze ed il patrimonio. Più bassa è, e meglio è: il valore di soglia oltre il quale una banca è considerata a rischio è 100%, ovvero è necessario che il patrimonio sia almeno sufficiente a coprire i crediti problematici.
Le peggiori banche Italiane hanno un valore del 200% e più, le migliori attorno al 50/60%.
CET1 (Common Equity Tier 1)
Deve essere 10,50 o più.
L’ultimo parametro è probabilmente il più importante ed è dettato direttamente dalla banca Centrale Europea. Si tratta di calcolare un rapporto tra il capitale a disposizione della banca ed il valore delle sue attività a rischio.
Questo valore deve essere più alto possibile. Il valore di “paletto” è attualmente fissato da Mario Draghi al 10,50%, ma sarà probabilmente alzato.
Le banche Italiane con il miglior valore di CET1 sono le banche di investimento a consulenti, che hanno valori anche superiori al 20%, mentre la maggior parte delle banche classiche ha un valore prossimo o poco superiore a quello di soglia, al di sotto del quale si accenderebbe su di loro un riflettore da parte della banca Europea. Purtroppo alcuni Istituti hanno valori anche solo di 8/9% e la loro situazione risulta quindi ben problematica.
Ripetiamo: un banca per essere considerata “sicura” deve avere rispettati TUTTI i 3 i parametri.
Come trovare questi parametri per la propria banca?
In rete si trova di tutto, ma sarebbe corretto poter reperire questi dati direttamente sui siti web degli istituti bancari. Purtroppo la trasparenza sembra peggiorare con il valore dei parametri e quindi solo le banche più virtuose tendono a facilitare l’individuazione di questi valori sul proprio sito. Eppure la trasparenza sarebbe un’altra delle giuste direttive Europee!
Potete anche chiedere questi dati direttamente al vostro sportello o al consulente, sarà anche un modo per valutare la competenza e onestà dell’operatore.
Vi sono poi alcuni siti specializzati nel censimento di questi (e molti altri) parametri, ma in genere offrono contenuti a pagamento e li consigliamo solo agli operatori del settore. Per tutti gli altri… buona ricerca!
Se volete condividere i 3 parametri della vostra banca con tutti, scriveteli pure qui sotto nel modulo dei commenti (ricordiamo che possono variare anche velocemente, quindi fate riferimento alla data). Ricordiamoli: Prezzo/Libro, Texas e CET1.
Banca Mediolanum indica sul proprio sito un CET1 pari al 19,7%