Cosa accade se si acquista una prima casa con agevolazioni e poi è necessario trasferire la residenza a causa del lavoro o di altre problematiche? Cosa accade ai fini fiscali per IMU e altre tasse da pagare? Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’argomento per sciogliere tutti i dubbi.
IMU e trasferimento per lavoro: cosa sapere
Il Caso
Mio fratello a dicembre 2011 ha acquistato la prima casa e trasferito la residenza.
Da poco però è stato trasferito per lavoro in altro comune dove starà in affitto per un periodo di almeno 2 anni. Deve trasferire la residenza?
Così dovrebbe pagare IMU come seconda casa e non potrebbe detrarre gli interessi del mutuo, giusto? Non conta che il trasferimento è stato imposto?
Ultima domanda: potrebbe metterla in affitto e cosa comporta in termini fiscali?
Risposta
Solitamente in questi casi si evita di spostare la residenza se non si è costretti per motivi fiscali o di regolarizzazione del lavoro. Questo per evidenti vantaggi in termini fiscali sulla casa che si va a lasciare.
E’ anche vero che con IMU sussiste, oltre a quello di residenza, anche il requisito di dimora abituale, per cui in futuro potrebbe essere contestata la tassazione come abitazione principale in assenza, ad esempio, di consumi delle utenze elettriche, acqua e gas.
Se si mette in affitto un immobile nel quale si mantiene la residenza, è ancora più facile la contestazione: in questo caso si cerca di premunirsi dichiarando sul contratto di affitto che una parte dell’immobile è riservata al proprietario. Sempre che l’inquilino accetti tale inserimento.