I quotidiani finanziari, i principali siti web e le altre fonti di informazione finanziaria riportano spesso diversi dati, detti indicatori utili alla valutazione di un titolo quotato. Vediamone alcuni in rassegna:
P/U: prezzo/utile (price earnings ratio) è un indicatore dato dal rapporto fra la quotazione corrente del titolo (prezzo) e l’utile netto per azione dato dall’ultimo bilancio approvato. Indica, prendendo come ipotesi che gli utili siano costanti nel corso degli anni, il numero di anni che occorre all’investitore per recuperare il capitale investito attraverso gli utili prodotti dalla società.
E’ utilizzato per capire se il titolo sia sopravvalutato o sottovalutato o rifletta correttamente le previsioni sull’andamento dei profitti della società rispetto alla media del settore di appartenenza. In genere, più l’indicatore P/U è basso più il titolo è appetibile in quanto sottovalutato. In realtà questa deve essere considerata una indicazione di massima perché , dato che la capacità di produrre utili non è costante, un basso rapporto prezzo/utile potrebbe essere dovuto non ad una sottovalutazione del titolo ma bensì ad una perdita di redditività, così come un alto livello di questo indicatore potrebbe indicare non una sopravvalutazione ma un miglioramento nelle condizioni reddituali della società.
P/mezzi propri: prezzo/mezzi propri per azione (capitale sociale + riserve + utili degli esercizi precedenti non distribuiti diviso il numero di azioni). Esprime il rapporto fra il prezzo di mercato dell’azione e il valore della società risultante a bilancio (valore di libro, book value)
Div/p % : dividendo/prezzo (dividend yield). Indica la percentuale di rendimento che un investitore potrebbe ottenere ogni anno incassando il dividendo.
Capitalizzazione: la capitalizzazione del titolo è il prodotto fra il numero di azioni in circolazione e l’ultimo prezzo disponibile.