Quando si opera con le piattaforme di trading online, si pensa intuitivamente alla realizzazione di profitti tramite la compra-vendita di azioni ed indici (resa possibile dallo strumento dei CFD), per mezzo delle negoziazioni sul Forex, o grazie alla new-entry delle opzioni binarie. Non tutti sanno però che è possibile ottenere dei guadagni operando sulle cosiddette “commodities”, ossia le materie prime come il petrolio.
Chi intende fare trading con l’oro nero non dovrà ovviamente acquistare direttamente dei barili di greggio e depositarli in cantina, per poi rivenderli quando le condizioni di mercato cambieranno favorevolmente: sarà sufficiente focalizzare l’attenzione sugli ETF, che fanno praticamente questa cosa, ma in maniera per noi “virtuale”. Gli Exchange Traded Funds, sono dunque lo strumento finanziario che ci consente di operare anche sul petrolio comodamente da casa, con le piattaforme di trading online.
Gli ETF sono una sorta di panieri che contengono diversi asset quotati nei mercati internazionali. Sono composti da più prodotti (ed è per questo che prendono il nome di Funds, ossia fondi) al fine di limitare il rischio di passivi: se una componente non farà registrare una prestazione soddisfacente, le altre potranno bilanciare il rendimento, assicurando così un potenziale guadagno. Nel settore del petrolio, gli ETF sono generalmente composti da prodotti finanziari come futures, contratti ed opzioni.
Sicuramente vi state chiedendo come funzionano le quotazioni del greggio, considerato che questo bene viene prodotto da numerosi Paesi intorno al mondo e non è direttamente quantificabile come un titolo in Borsa.
Da dove deriva e chi decide il prezzo del petrolio? La quotazione del petrolio è definita in base al valore di due benchmark specifici, che fungono da punti di riferimento per il prezzo adottato nei mercati globali. Questi due indicatori sono il Brent Blend ed il WTI, entrambi quotati al NYMEX, la Borsa delle commodities di New York, e presso l’Intercontinental Exchange di Atlanta. Il loro valore è espresso in dollari USA e si riferisce all’unità di misura del barile.
Detto questo, vediamo ora quali sono gli ETF sul petrolio che abbiamo selezionato per voi.
Tra quelli che attirano più investimenti, si possono citare USO (United States Oil), il DNO (United States Short Oil) e il DBO (Power Shares DB Oil), tutti statunitensi.
Degni di considerazione sono anche il VDE (Vanguard Energy ETF) e l’Alerian MLP (AMLP).
Inserendo le sigle di questi ETF nel motore di ricerca dei siti che illustrano le performance finanziarie dei vari asset, si potranno visualizzare i dati storici relativi all’andamento delle loro quotazioni nel lungo, medio e breve periodo.
Perché dunque investire sul petrolio con gli ETF? Come detto, questo strumento permette di diversificare gli investimenti, puntando su prodotti con un rischio limitato, rispetto ad un CFD su un unico titolo. Va detto che recentemente le quotazioni del petrolio sono state oggetto di particolare attenzione, per via di strategie geo-politiche che ne hanno condizionato l’andamento: il prezzo di un barile di greggio è sceso notevolmente per via di una iper-produzione di petrolio, con un’offerta superiore alla domanda globale. Questo scenario potrebbe cambiare nei prossimi mesi, allorquando si registrerà un nuovo equilibrio, che avrà degli effetti interessanti sui prezzi nei mercati internazionali. Si consiglia quindi di monitorare con attenzione gli EFT sopra indicati e di considerarli al momento della creazione del proprio portfolio di investimenti.
Nota: questi suggerimenti vanno utilizzati a vostro rischio e pericolo! Fare trading sul petrolio può essere molto remunerativo e conseguentemente molto rischioso, fatelo solo se sapete cosa state facendo!
Desidero maggiori informazioni su Etf, come è nato e i vantaggi o svantaggi…si rischia molto ad investirvi?Grazie mille
Eh beh non è che si possa rispondere così in un messaggio! Però qui sul sito trovi intanto qualche guida utile per iniziare.