Diamo uno sguardo ad uno strumento dalle potenzialità molto elevate: lo Short Selling. Si tratta di uno dei modi di operare in marginazione che prevede la possibilità di vendere dei titoli (o altri strumenti finanziari), senza possederli, ovvero facendoseli prestare da un broker, per poi riacquistarli al momento opportuno. E’ evidente che questo metodo consente di ottenere del profitto nel caso un titolo perda parte del suo valore, ovvero è possibile guadagnare nelle fasi ribassiste di un titolo, o più in generale del Mercato.
Nel gergo del trading online si usa spesso l’espressione “long position” (posizione lunga), per esprimere un concetto basilare nel mondo della finanza, ossia il principio del “compra basso e vendi alto” con il quale è possibile realizzare dei profitti operando nei mercati azionari e in quelli delle valute internazionali. Se questo meccanismo è piuttosto facile da comprendere, lo “short selling” appare invece più complicato e necessita di una spiegazione più dettagliata.
Illustriamo qui di seguito il funzionamento di questa modalità di trading con un esempio che, seppur possa sembrare banale, sarà propedeutico per la comprensione di operazioni più avanzate.
Si immagini di prendere in prestito da un conoscente una mazza da golf; mentre ci si avvia verso il campo, incontriamo un altro amico che ha appena rotto la sua e ora ha bisogno urgentemente di una nuova mazza; gli vendiamo quindi la nostra per 50 euro. Con questa somma, ci rechiamo in un vicino negozio di articoli sportivi e ne acquistiamo una esattamente uguale al costo di 30 euro, per poi restituirla al proprietario, realizzando un profitto di 20 euro. Questa operazione, sebbene molto semplificata, illustra il funzionamento della cosiddetta “short position”, detta anche vendita allo scoperto.
Applicando questo concetto in ambito finanziario, si può dire che lo “short selling” può essere utilizzato quando si reputa che si verificherà un calo delle quotazioni di un asset. Nelle piattaforme di trading online, il broker ci presterà il titolo ad un determinato prezzo e sarà nostro compito rivenderlo ad una quota inferiore per ottenere un guadagno dalla differenza.
Ipotizziamo di voler aprire una posizione “short” con 100 titoli di Samsung, quotato 24 euro ad azione (sarà il broker a “prestarci” i titoli). Dopo qualche ora, il valore del titolo crolla a quota 20 e quindi decidiamo di chiudere la posizione, ricomprando l’azione, restituendola al broker e generando un profitto finale pari a 4000 euro.
Questa strategia può apparire molto remunerativa, tuttavia presenta dei rischi da non sottovalutare. Anzitutto, è opportuno sapere che il broker richiederà un margine di garanzia per ogni apertura di una posizione short, ossia una somma aggiuntiva che varia a seconda dell’asset sul quale si opera e che viene depositata a tutela di un’eventuale andamento negativo. Può infatti verificarsi che, invece di scendere, il prezzo di un’azione salga, generando così dei passivi. Riprendendo l’esempio del titolo Samsung, si immagini che il suo prezzo, dopo aver aperto una posizione short, salga inaspettatamente a quota 25: chiudendo l’operazione, saremo andati incontro ad una perdita di 1000 euro.
Relativamente al rapporto guadagno/rischio, si può dire che la modalità della marginazione al ribasso può rivelarsi particolarmente proficua in occasione di una fase “orso” nei mercati (ossia una spiccata tendenza ribassista) o di un evidente calo di un titolo. Approfittando di questi trend, spesso conseguenti ad annunci pubblici di carattere macroeconomico o eventi politici di forte impatto sui mercati, si potranno realizzare dei profitti interessanti. Dall’altro lato, i rischi di perdita non sono trascurabili: occorre essere sicuri circa l’effettivo andamento della direzione ribassista per non incorrere in pesanti passivi, che, a differenza di altre modalità di trading, potrebbero essere ipoteticamente illimitati.
Il funzionamento è automatico, se previsto dalla piattaforma di trading online (tutte le principali hanno lo short selling), è possibile vendere allo scoperto dei titoli in maniera semplice, lasciando del capitale a garanzia (margine), che sarà intaccato in caso di perdite, ovvero nel caso in cui il titolo salga dopo la vendita.
Se volete cimentarvi in questa modalità, ricordatevi che le piattaforme di trading chiedono un certo margine a garanzia e che per tutelarsi da eccessive perdite, che al contrario della negoziazione normale, qui potrebbero essere virtualmente illimitate, vengono imposti degli stop-loss anche molto restrittivi. Informatevi bene!