Quasi sempre il tasso di riferimento per i mutui di tipo variabile è il tasso EURIBOR ovvero EURo Inter Bank Offered Rate, che significa “tasso interbancario di offerta in euro”. Nato insieme all’Euro, esiste in tre versioni con riferimento ad 1 mese, 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi, il cui valore è rispettivamente crescente.
Se avete, ad esempio, un mutuo a tasso variabile (con o senza tetto “CAP”), molto probabilmente il tasso del mutuo sarà calcolato sommando lo spread concordato con la banca al tasso Euribor 1 mese, nel caso di rata mensile.
Euribor: come si calcola?
L’Euribor viene ricalcolato ogni giorno, sulla base di un calcolo effettuato sui tassi di deposito interbancario di alcune decine di banche di riferimento europee. Tali tassi, a loro volta, hanno come riferimento unico il Tasso ufficiale di riferimento della BCE, ovvero della Banca Centrale Europea, il quale ha sostituito da tempo i tassi di riferimento delle singole nazioni.
Prendendo a riferimento il tasso a 3 mesi, possiamo fare un raffronto tra i due tassi e riscontrare come l’Euribor quasi sempre sia maggiore del tasso BCE, e come, soprattutto, a variazioni rapide del tasso BCE (solitamente viene tagliato o aumentato dello 0,25%), corrispondano reazioni lente del tasso Euribor.
Raffronto tra BCE e Euribor
Ecco un raffronto recente tra tasso BCE e tasso Euribor (3 mesi):
- 8 Dic 2011: BCE 1% – Euribor 1,47%
- 3 Nov 2011: BCE 1,25% – Euribor 1,58%
- 7 Lug 2011: BCE 1,5% – Euribor 1,58%
- 7 Apr 2011: BCE 1,25% – Euribor 1,28%
- 7 Mag 2009: BCE 1% – Euribor 1,33%
A seguito dell’ultimo taglio da parte della BCE del 8/12/2011, che ha portato il tasso di nuovo al valore minimo del 1%, l’Euribor ha impiegato quasi 3 mesi ad adeguarsi, arrivando al valore del 1% soltanto il 27 febbraio 2012. Viceversa, il 7 Luglio 2011 quando la banca centrale ha aumentato il tasso al 1,5%, l’Euribor era già “pronto” a valori anche superiori.
Si può dunque constatare (in verità servirebbero molte più date, ma fidatevi che è sempre così!), che gli adeguamenti del tasso Euribor sono molto veloci quando si tratta di aumentarli, molto lenti invece quando si tratta di adeguarli verso il basso.
Questo comportamento ricorda in parte quello dell’andamento dei prezzi della benzina in funzione dei prezzi del petrolio, ed è molto svantaggioso per il consumatore finale. Soprattutto, non esiste una vera spiegazione di questo, il che fa pensare a manovre speculative da parte delle banche che riescono in sostanza ad avere un guadagno sui mutui a tasso variabile anche dalla quota relativa al tasso, oltre che dallo spread.
In verità, dobbiamo anche riscontrare che nei periodi in cui il tasso BCE rimane per lungo tempo sui minimi, il tasso Euribor può scendere anche al di sotto del tasso BCE. Questo è accaduto durante la crisi del 2009 e 2010, quando il tasso di riferimento è rimasto per lungo tempo al minimo del 1%, e sta accadendo nuovamente adesso, con il tasso di nuovo mantenuto al minimo del 1%.
Euribor: domande e commenti
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